Siamo alle solite rischiamo ancora una volta di veder passare il treno dello sviluppo e di non riuscire a prenderlo. I fondi del PSR (Piano Sviluppo Rurale) a sostegno dell’agricoltura sarda rischiano di non poter essere utilizzati, o quantomeno di non poter essere utilizzati per tutte le forme di sostegno previste, dalle aziende agricole della Nurra Algherese  in quanto ad Alghero non è stato approvato il Piano Urbanistico Comunale. Milioni di euro, per riqualificazione aziende agrarie, fattorie didattiche, potenziare e sviluppare la multifunzione in agricoltura e l’insediamento di nuove aziende, fondi che darebbero un po’ di ossigeno agli operatori agricoli passeranno oltre la Bonifica algherese. Come del resto non potranno essere utilizzati per la messa in sicurezza e manutenzione della rete viaria Laore in quanto essa non è stata ancora trasferita nelle competenze del Comune di Alghero.

Delle principali zone di bonifica agraria in Sardegna Arborea ha già il PUC, Castiadas ha preso in carico  la rete viaria Laore, Nurra di Sassari ha il suo Puc e Alghero??? Alghero saluta il treno che passa continuando a chiedersi, spesso anche con atteggiamento di spocchia, perché nelle borgate, baciate dalla impagabile fortuna di esistere in una posizione senza eguali, continui ad esserci cosi tanto malcontento???  Il profondo malcontento dei residenti e il senso di abbandono percepito, è ancora una volta giustificato dal disinteresse verso i nostri territori, le cui problematiche non hanno trovato risposte negli ultimi decenni. Questo disinteresse ha portato nel tempo a fenomeni di disgregazione della comunità, al tracollo di molte attività economiche e a un pesante pessimismo verso il futuro diffuso in tutte le fasce della popolazione, con particolare riferimento ai giovani. Non basta che la città di Alghero per contro, abbia vissuto, con il passare degli anni, fasi di sostanziale miglioramento: si sono visti realizzati grossi investimenti infrastrutturali e sociali che le hanno permesso e ancora oggi le permettono di affrontare a testa alta le sfide dell’economia  globalizzata.

Le nostre borgate sono invece pressoché rimaste così com’erano 50 anni fa: pur ricadendo in una parte del territorio sardo le cui potenzialità sono palesi, ci si è sempre concentrati sul centro cittadino e le zone di prossimità, costringendo molti residenti nelle borgate più distanti, di fatto, a vendere le terre e a trasferirsi altrove. Con il passare degli anni la situazione nelle borgate è peggiorata ci ritroviamo sviliti per la situazione di degrado e additati dai turisti di tutto il mondo come dei residenti ingrati di una zona di grande pregio, ma depotenziata da immondizia ovunque, scarsità di collegamenti, dissesti stradali e inesistenza servizi per abitanti e turisti.  Siamo consapevoli del fatto  che permanga, in definitiva nella maggioranza degli amministratori, un atteggiamento di ormai consolidato pregiudizio, a volte anche di derisione, che tende a considerare l’area delle borgate della Bonifica marginale rispetto alla città, quasi fosse sede di residenze temporanee mentre invece è abitata da circa 3000 persone e per 365 giorni all’anno. “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”, altrettanto errata è la convinzione di alcuni, per fortuna pochi disinformati, che i terreni delle borgate siano stati regalati agli assegnatari. Niente di più errato pagati in denaro e sudore della fronte da parte dei nostri padri o nonni.

La nascita dei Comitati di Borgata, di altri fenomeni associativi, l’avviamento dell’iter per l’istituzione di un Comune autonomo, sono stati anch’essi una risposta alla persistente latitanza delle varie Amministrazioni. E’ risaputo che nella quasi totalità dei casi si diventa autonomisti per necessità e non per vocazione, necessità a tutt’oggi  presenti nelle borgate, necessità palesate dagli abitanti, che portano gli stessi ad unirsi fra loro, appunto in Comitati ed Associazioni. Ci si impegna con proposte anche in termini di volontà di partecipazione come è stato fatto con la richiesta di un componente all’interno del Consiglio del Parco di Porto Conte e ci si ritrova a sbattere contro un muro di gomma eretto dalla politica. Non si ha il coraggio o non si vuole cambiare???

Oggi ci troviamo di fronte ad un deciso“risveglio” degli abitanti delle Borgate, se vogliamo anche maggiormente acculturati rispetto al passato e finalmente consapevoli del l’innegabile diritto di partecipare attivamente alle decisioni riguardanti il proprio futuro. Orgogliosi di essere sardi e reputandoci tra i sardi più fortunati (ma meno considerati), vogliamo ora essere protagonisti della migliore economia isolana e contribuire, attraverso l’esaltazione delle nostre potenzialità, a fare della Sardegna il luogo meraviglioso che è e che merita di essere. Attualmente i servizi delle Borgate sono carenti o totalmente assenti, nonostante il territorio in oggetto abbia innegabili potenzialità legate all’ambiente, all’agricoltura, al turismo e ai servizi a supporto del Parco di Porto Conte. Siamo convinti di poter offrire molto a noi, alla nostra Regione e al mondo intero; siamo convinti di poter dare molto di più rispetto a ora in termini di benessere collettivo, di economia, di orgoglio e di vivacità.  Al pari di tutti i cittadini di Alghero abbiamo la necessità di un’amministrazione attenta e presente, che riconosca i problemi e trovi le soluzioni concentrandosi sull’intero territorio e non sulla metà di esso come sino ad ora è stato. Abbiamo bisogno di far rinascere la Bonifica e con essa Alghero, appare quanto meno paradossale che, nelle borgate della Nurra di Alghero del dopoguerra esistessero molti più servizi rispetto a oggi. Occorre quindi andare avanti voltando pagina cancellando il grande errore di fondo che , consapevolmente o no, si perpetua nelle menti degli amministratori locali algheresi. L’errore consta nel pensare che l’agro sia popolato da persone che vivono esclusivamente di agricoltura e che pertanto debba essere destinato al solo utilizzo agricolo. Invece  la situazione derivante dai diritti di successione susseguitisi negli anni non consente nella quasi totalità dei casi il sostentamento del proprio nucleo familiare con i soli proventi agricoli. Appare pertanto  evidente che, nell’intera area della Bonifica si debba in primis mantenere la vocazione agricola tipica degli obbiettivi fondamentali della Riforma Agraria ETFAS, cioè area agricola produttiva di tutta la gamma agroalimentare, sviluppando e favorendo il potenziamento delle aziende agricole e  l’insediabilità di nuove aziende, soprattutto ad opera di imprenditoria giovanile, affiancando a questo un offerta turistica derivante da tutte le varie forme di multifunzionalità agricola previste dall’attuale legislazione e uno sviluppo in chiave turistica dell’offerta ricettiva,  mediante consumo dei prodotti  tipici dell’enogastronomia locale,  fruizione del territorio nel rispetto dell’ambiente, una fruizione legata anche all’utilizzo sportivo del territorio, compatibilmente con i dettami del contiguo Parco di Porto Conte.

Un esempio su tutti valorizzare con poco investimento l’intera rete viaria utilizzando parte delle aree occupate dalle fasce frangivento ex ETFAS per realizzare una fitta rete di piste ciclabili per la mobilità sostenibile tra le borgate e verso Alghero. Occorre inoltre favorire l’organizzazione in rete del sistema agrituristico, del turismo rurale, dell’agricampeggio e la nascita dell’albergo diffuso in particolare nelle borgate già urbanizzate che diverrebbero centri di servizi e di aggregazione. Purtroppo sino ad oggi solo la cecità politico amministrativa ha portato a non rendersi conto anche delle enormi potenzialità turistiche di questo territorio. Cecità che ha avuto una battuta d’arresto quando con un guizzo di vitalità nel mese di dicembre u.s. il Consiglio Comunale  ha votato all’unanimità la mozione PD relativa al Piano di Conservazione e Valorizzazione della Bonifica, uno spiraglio per l’economia, non solo delle borgate ma dell’intera Alghero. In proseguo ci sono stati vari incontri con i rappresentanti delle borgate che hanno trovato sintesi presentando una Proposta di Piano di Valorizzazione condivisa . Oggi invitiamo l’Amministrazione a percorrere e oltrepassare lo spiraglio in tempi brevi non possiamo permetterci di continuare a perdere treni  perché significherebbe che la politica, perlomeno la buona politica, per l’ennesima volta si è incartata nelle sue beghe poco comprensibili al comune cittadino e ha alzato bandiera bianca.

Tonina Desogos
Presidente Comitato Borgata Maristella