Dal 3 ottobre scorso sono già attive le gabbie di cattura gestite dal Parco in collaborazione con i coadiutori formati dal Parco e dall’Amministrazione provinciale. Grazie al nuovo piano il Parco potrà programmare gli interventi non più per tre anni, ma con un respiro quinquennale nell’ambito di un programma più ampio che riguarderà tutta la Provincia di Sassari. A novembre, oltre alle gabbie di cattura, al via anche gli abbattimenti con arma da fuoco su postazione fissa con il coordinamento del Corpo Forestale.
Una finestra temporale di cinque anni e non più solo tre, azioni di riduzione e contenimento del cinghiale non solo per pochi mesi, ma per tutto l’arco dell’anno con interventi diversificati tra catture con gabbia e attività di abbattimento con arma da fuoco da postazione fissa. Queste le novità più rilevanti del nuovo piano di contenimento dei cinghiali nell’area del Parco di Porto Conte che da quest’anno fa parte integrante del primo e più articolato programma di riduzione dei fastidiosi ungulati messo in atto dalla Provincia di Sassari per tutto il territorio che interressa decine di istituti e oasi di protezione faunistica. Le attività che verranno svolte dal Parco di Porto Conte nel territorio protetto e nell’area rurale contigua, sono di fatto già partite da circa 15 giorni. La prima azione è stata quella della collocazione di tredici gabbie che a rotazione verranno spostate nelle varie località degli oltre cinquemila ettari di parco e altrettanti di area contigua. Gabbie di cattura che saranno gestite dai “coadiutori della fauna selvatica” cacciatori titolati a svolgere questo genere di operazioni in quanto in possesso di apposita specializzazione ottenuta attraverso specifici corsi di formazione.
Si interverrà non solo nei terreni demaniali e aree boscate, ma anche nei poderi agricoli previa richiesta dei proprietari. Non verranno dunque lasciate zone d’ombra, ma nel più genuino spirito ecologico gli interventi riguarderanno sistematicamente tutto il territorio con azioni coordinate, non solo dal Parco ma anche dalla Provincia nei territori del Sassarese e delle Oasi del nord ovest dell’isola. Le attività di contenimento prevedono, quindi, catture di animali vivi che verranno inviati ai macelli autorizzati e abbattimenti selettivi con arma da fuoco da postazione fissa a cura sempre dei coadiutori della fauna selvatica sotto la sorveglianza attenta del Corpo Forestale. Questi interventi con arma da fuoco partiranno a novembre e l’obiettivo per la prossima stagione, fortemente richiesto dal territorio, è quello di dargli continuità per tutto l’anno. Sulle aree più sensibili della penisola di Capo Caccia si opererà solo con le gabbie di cattura in stretta collaborazione con l’Agenzia Forestas. L’intero programma inoltre, godrà della sorveglianza sanitaria dei veterinari dell’Asl di Sassari e verranno condotte ulteriori indagini epidemiologiche sui capi catturati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna. Insomma una macchina organizzativa complessa che si prefigge di ridurre drasticamente i danni alle colture agricole e prevenire incidenti stradali, ma anche alleggerire i conflitti ecologici che questi animali stanno obbiettivamente arrecando al resto della fauna selvatica ma anche alla flora endemica.
Di questi temi su iniziativa dell’Amministrazione comunale nell’ambito della manifestazione “mondorurale” si è discusso pubblicamente anche qualche giorno fa nella borgata di Guardia Grande con esperti anche di altri contesti nazionali ed internazionali che hanno problemi simili. Si è in particolare discusso di come migliorare ulteriormente il piano di contenimento in atto, anche potenziando le azioni di caccia selettiva dentro i poderi agricoli. Nell’occasione il Parco ha comunicato che sta per essere varato entro l’anno anche un piano urgente per contenere la popolazione dei daini.
“In poco tempo, dopo uno stop imposto dalle autorità competenti, abbiamo rimesso in moto una macchina complessa per il cinghiale che già entro l’anno potrà entrare a regime con catture e abbattimenti sistematici e contestuali, ma siamo sicuri che i veri risultati li otterremo con la costanza e la continuità delle nostre azioni – spiega il direttore del Parco di Porto Conte Mariano Mariani – non foss’altro per l’orizzonte temporale più ampio che abbiamo a disposizione per la campagna di contenimento e per il fatto che avvieremo anche quella per il contenimento dei daini. Non c’è tempo per inutili polemiche. Saranno i fatti a parlare. I cinghiali sono un problema in molti territori. Un fatto è certo: in Sardegna, al momento il Parco di Porto Conte può definirsi un punto di riferimento unico: è stato il primo ad avviare interventi di contenimento dei cinghiali a partire dal 2008 con un piano annuali e due triennali con conseguente riduzione di oltre un migliaio di animali. Un’attività che purtroppo è stata interrotta per due anni, proprio nel momento in cui stava dando i migliori risultati, e non certo per volontà del Parco. Oggi l’attività è ripresa e, grazie alla collaborazione di tutto il territorio, siamo sicuri che avrà gli esiti positivi da tutti auspicati.”