Riceviamo e di seguito pubblichiamo la lettera di dimissioni di Daniele Dore da Presidente del Comitato Zonale Nurra:

«Dopo circa dieci settimane di intensa attività mi vedo oggi costretto, con amarezza, a rassegnare le mie dimissioni da Presidente del Comitato Zonale Nurra.

La decisione del Consiglio Direttivo di svolgere le riunioni, piuttosto frequenti, a porte chiuse, mi vede costretto a spiegare pubblicamente i motivi del mio ritiro.

Il Comitato Zonale Nurra, nasce come espressione di una sintesi socio-culturale del territorio. Si presenta come organo che, di fatto, per trenta anni, è rimasto solo nel rappresentare, nel suo complesso, questo immenso comprensorio.

Il Comitato in questione consta di quattordici consiglieri, rappresentanti delle sette borgate (Arenosu-Fighera, Corea, Guardia Grande, Maristella, Sa Segada, Santa Maria la Palma, Tanca Farrà) che costituiscono attualmente il cosiddetto “Agro della Bonifica algherese”. Si tratta di figure non nominate da enti o comitati, ma regolarmente elette dalla popolazione.

Voglio sottolineare che il Consiglio che mi ha nominato Presidente, è un organo recentemente rinnovatosi, tramite elezioni libere, svoltesi lo scorso dicembre con una partecipazione popolare mai vista prima d’ora.

I cittadini hanno scelto i propri consiglieri, dando loro mandato a rappresentare presso il Comitato Zonale Nurra, le istanze delle proprie borgate, riconoscendo al Comitato stesso il ruolo di organo istituzionale designato a rappresentare tutta la Bonifica dinnanzi alle istituzioni.

E’ infatti questo il perno sul quale dovrebbe basarsi tutta l’attività del Comitato Zonale Nurra: confronto fra i consiglieri per arrivare ad una sintesi razionale e condivisa per il bene di tutto il territorio.

Un concetto semplice e chiaro ma purtroppo non compreso dai consiglieri di una maggioranza che dal primo giorno in cui il rinnovato comitato ha visto la luce, hanno agito autonomamente ed esternamente al consiglio direttivo, portando spesso avanti iniziative per il tramite del comitato per la nascita del Comune di Porto Conte (per altro non legittimato da alcun mandato elettorale) o dei rispettivi neonati comitati di borgata, andando di fatto a delegittimare e neutralizzare il comitato zonale.

Le innumerevoli attività, volte al raggiungimento della soluzione di quelli che sono indubbiamente riconoscibili come comuni problemi, sono state di volta in volta portate avanti sempre dai singoli comitati esterni, ignorando di fatto il CZN, che è sempre stato tenuto fuori da queste iniziative, o coinvolto a cose fatte e quindi impossibilitato a poter prendere una posizione se non in funzione della linea già definita dai vari comitati.

E’ evidente che i consiglieri, che hanno messo in atto questa operazione, hanno agito dimostrando di non saper dare la giusta collocazione alle esigenze della singola porzione di territorio rappresentato dal loro comitato di borgata, rispetto ad un ruolo istituzionale certamente più ampio ed incisivo come quello del Comitato Zonale Nurra.

Di fatto l’attività del Comitato Zonale è stata volutamente congelata con il disegno di raggiungere quanto prima la totale sterilità dello stesso, in quanto forse ostacolo scomodo al desiderio di protagonismo di pochi, che si arrogano la prerogativa di poter decidere per tutto il territorio.

L’unica proposta concreta e minuziosa pervenuta dai consiglieri di questa maggioranza è stata una bozza di statuto che, sia negli intenti che nell’articolato, prevede un depotenziamento delle prerogative del comitato stesso, con consiglieri nominati e ritirabili dai comitati di borgata in qualsiasi momento invece che eletti dalla popolazione e togliendo qualsiasi rappresentatività al Comitato zonale in capo al territorio.

Con tutte le mie forze ho cercato di oppormi a quello che definisco un massacro in bianco, dove un gruppo di persone, per ordine dei propri comitati, si è coalizzato all’interno del Comitato zonale con il preciso proposito di portarlo alla morte, prendendosi facile gioco degli ignari elettori i quali hanno designato loro come rappresentanti, con il desiderio che costoro lavorassero in sintonia con l’oggetto sociale espresso nello Statuto del comitato stesso.

Così purtroppo non è stato. E ormai mi rendo conto che così non potrà essere.

Con rammarico rassegno quindi le mie dimissioni da Presidente spinto dall’amara consapevolezza di non poter riuscire a muovere le pedine a favore di un gioco democratico, le cui regole vengono probabilmente confuse dai consiglieri di questa maggioranza che con le loro azioni di fatto stanno ponendo fine, in maniera ingloriosa e cruenta, al Comitato Zonale Nurra.

Con desolazione debbo constatare che si sta buttando al vento una opportunità storica, che poteva vedere per la prima volta tutto l’agro realmente unito, sotto una unica bandiera, che lo facesse salvo dalle troppo facili speculazioni e strumentalizzazioni di cui periodicamente il nostro territorio è oggetto.

Per rappresentare le istanze di tutti i cittadini che mi hanno eletto come consigliere, rimarrò comunque all’interno del Consiglio Direttivo per vigilare affinché non vengano intraprese azioni che possano ledere agli interessi della collettività.»