Interviene il Comitato Rinascita della Bonifica a sostegno dell’impegno da parte del Presidente del Parco di Porto Conte, Stefano Lubrano, in merito alla mancata approvazione della Regione del piano triennale per la gestione della popolazione del cinghiale.
Tonina Desogos, Presidente del Comitato, commenta: “Interveniamo per dare voce alle legittime proteste degli abitanti delle borgate di Porto Conte, esasperati dalle continue devastazioni ad opera dei cinghiali. Le nostre borgate sono di fatto limitrofe al territorio del Parco di Porto Conte. Gli ungulati spinti da fame e sete si riversano quotidianamente in modo massiccio nelle borgate, nei poderi coltivati, nelle strade interpoderali e statali e sono causa di numerosi incidenti, anche gravi. Nelle nostre borgate sono rare le famiglie che non abbiano avuto incidenti con auto o moto a causa della presenza di animali selvatici in carreggiata. La segnaletica e i dissuasori posti nella SS 127 bis sono serviti soltanto a scaricare la responsabilità sugli automobilisti ma di fatto i cinghiali continuano ad essere causa di incidenti, attraversano la carreggiata, scavano anche il ciglio della strada, in sostanza sono continua fonte di pericolo”.
Prosegue la Desogos: “Nelle zone appoderate, nelle corti coloniche e nelle coltivazioni in genere i danni riportati raramente vengono risarciti. Sino a pochi anni fa veniva risarcito il 10% dei danni stimati, attualmente la burocrazia ha fatto desistere il coltivatore dal presentare le richieste in quanto le spese spesso risultano di fatto superiori al risarcimento stesso. Quindi ai danni creati dalla fauna selvatica si aggiunge la beffa degli indennizzi irrisori. E’ora di dire basta alle teorie astratte: mettiamoci per un attimo nei panni di chi coltiva e si ritrova con l’intero vigneto devastato, situazione che manda in fumo un intero anno di lavoro con gravi ripercussioni sul bilancio familiare. Siamo favorevoli a quanto richiesto dalla dirigenza del Parco di Porto Conte per la continuazione dell’attività di caccia controllata all’interno del territorio del Parco, attività che già negli anni passati è servita a contenere, almeno in parte, i danni e i disagi precedentemente descritti. Chiediamo pertanto agli Enti e Autorità preposte di attivarsi quanto prima e contemporaneamente richiediamo, in collaborazione con il Parco di Porto Conte, che gli agricoltori a difesa dei loro raccolti possano catturare i cinghiali che si spingono all’interno delle loro proprietà, come già avviene in altre regioni d’Italia”.